Il torneo medievale

Il torneo medievale

Maestro Gabriele De Sandre

 

giostre-medievali-008

E’ ormai da qualche anno che in novembre, intorno al giorno di San Martino, la settima classe della Scuola si misura nel Torneo medievale.
E’ infatti previsto, per questa classe, un percorso storico che attraversa inizialmente anche il Medioevo, età caratterizzata da luci e ombre, da un’oscura chiusura, ma anche da una profonda e positiva trasformazione.
Questo periodo storico, così esteso e ricco di mutamenti, accompagna quindi gli alunni nel primo periodo dell’anno scolastico, proprio mentre sta avvenendo in loro una metamorfosi che porterà al risveglio di una nuova sensibilità, a una maggiore consapevolezza e a una più matura forza di pensiero; insomma verso un umano “rinascimento” (cui seguirà, appunto, la visita didattica a Firenze).
Ma intanto nell’aula si raccontano imprese grandiose o brutali, o ancora semplicemente di nobile purezza. Sulla lavagna si leggono parole o frasi che alludono agli ideali di condotta dei cavalieri e, affisse alle pareti, si possono vedere anche immagini che rappresentano navi vichinghe, castelli e fortezze, armi e armature, esercizi di calligrafia gotica e altro.
Se poi vi capitasse di poter osservare pure gli alunni, magari nella pausa che intercorre tra un’attività e l’altra, potreste anche stupirvi nel riconoscere quei modi davvero “medievali” con cui spesso i ragazzi comunicano e giocano tra loro: versi cavernosi, urla selvagge, spintoni, ecc. E le ragazze? Sono diverse? Forse. A volte li guardano, incredule, chiedendosi se veramente quelli sono i compagni di sempre o, invece, una rara e sgradevole specie in via d’estinzione. Talvolta commentano rapidamente, oppure discutono, indifferenti e rassegnate, su cose d’ogni genere; certe volte, però, con voce alta e con parole dette alla velocità della luce, finché bisticciano, o scoppiano a ridere a crepapelle, lasciandosi cadere sui banchi…
Insomma, è anche per aiutare questa “gentaglia” medievale a non perdere “la diritta via” (altro argomento di settima), che ogni anno si organizza a scuola un Torneo medievale, nel quale i ragazzi possano dar prova, questa volta, delle virtù proprie dei cavalieri puri e coraggiosi e delle dame nobili d’animo, ma anche intrepide nelle sfide dei giochi.
Così, il giorno di San Martino, nelle ore che seguono il pranzo, gli insegnanti delle varie classi accompagnano gli alunni – dai nanetti di prima ai più sostenuti spilungoni di ottava (insieme ai genitori che desiderano partecipare) – ad assistere al torneo che ha luogo nel campo dietro al prefabbricato.
giostre-medievali-001Ecco la folla vociante che attende l’inizio. Intanto si avvicina la processione dei ragazzi, nelle vesti di cavalieri e dame, con i costumi medievali a suo tempo preparati da volenterosi genitori. Non portano armi, ma flauti di varia misura: ora si accingono a suonare un brano musicale, le cui note sono scandite dal tocco di un paio di tamburi. Il momento è solenne e il pubblico ascolta in silenzio la melodia cadenzata. Al termine dell’esecuzione un cavaliere fa un passo in avanti e, con voce forte e sicura, si rivolge al pubblico: si comprende che sono le prime parole di un giuramento, il Giuramento dei Cavalieri Templari. Di seguito, a turno, ogni cavaliere e ogni dama prosegue, individualmente, con quelle profonde parole. Dopo un momento di sacro silenzio, il pubblico esulta: il torneo ha finalmente inizio.
Di fronte ai ragazzi, a una trentina di metri, attendono, “minacciose”, le due giostre dei saraceni. I cavalieri e le dame si armano e, lancia in resta, corrono lanciati verso la giostra cercando precisione e velocità, per schivare il colpo di ritorno. Segue, tra l’incitazione del pubblico, la forsennata corsa coi sacchi, che lascia sul campo qualche caduto che si attarda a recuperare. Il medievale tiro alla fune scatena subito forti rivalità e la ricerca della forza bruta. Anche le dame, paonazze per lo sforzo, offrono il loro contributo (a volte più significativo di quello di qualche cavaliere!).
Qualcuno spera già di rifarsi con il prossimo tiro con l’arco, che subito ha inizio. E’ bello vedere il gesto, quasi rituale, dei ragazzi che si preparano, in fila, davanti ai bersagli, con i volti concentrati, la corda tesa, pronti a scoccare la freccia. Il pubblico segue in silenzio e poi applaude e incita gli arcieri.
Poco dopo un maestro medievale annuncia che il torneo è terminato; lentamente e allegramente si fa ritorno alle classi. Non ci sono vincitori né vinti, ma solo un gruppo di ragazzi che hanno partecipato insieme, in un’atmosfera di festa, a un’esperienza intensa, hanno suonato uniti, pronunciato e sentito risuonare parole cariche di significato e si sono misurati attraverso esercizi di forza, di equilibrio e di armonia. Altre prove ora li attendono: la recita di fine anno sarà davvero coinvolgente ed emozionante. Ma questa è un’altra storia.