Londra “The Big city”

Londra “The Big city”

Anche laddove le scuole Waldorf offrono il corso di studi superiori, la classe VIII rappresenta comunque la conclusione di un percorso. E’ l’ultimo anno del maestro di classe. E’ il completamento di una prima impressione che ciascun ragazzo si fa del mondo e del posto che gli esseri umani occupano in esso.
A quattordici anni i cambiamenti a livello fisico e psicologico sono grosso modo definiti: per i ragazzi il mondo delle idee comincia ad avere significato; le capacità critiche si fanno acute e alcuni aspetti del sistema comunemente accettati – soprattutto le regole – sono sottoposti ad esame dettagliato.
Ciò mette a dura prova gli adulti, così come la nascente indipendenza dei sentimenti e la conseguente turbolenza emotiva, ma è questo momento di crisi che annuncia l’emancipazione dell’individualità connaturata al processo di crescita.
Maschi e femmine si distanziano: gruppetti di ragazze, in particolare, dedicano tempo ed energie a discutere e a condividere i propri sentimenti e comportamenti. I ragazzi, apparentemente più immaturi e incapaci di comunicare, più rudi dal punto di vista emotivo, mostrano un atteggiamento sfrontato e scontroso. Entrambi, però, affrontano la prospettiva nuova e sconosciuta con menti acute, cuori teneri e membra che ricercano un nuovo punto di equilibrio con la gravità.
E’ a partire da queste osservazioni antropologiche che, complice la maestra Bettina, ho organizzato l’ uscita didattica a Londra. Ciò è stata motivo di incontro con i compagni della classe VIII di Torino (con i quali avevano condiviso, lo scorso anno, l’esperienza di astronomia a Penne e che ci avevano ospitati recentemente nella loro scuola) e ha offerto ai ragazzi l’occasione di confrontarsi in una lingua straniera con un pezzo di mondo complesso e sconosciuto; obbligati a mantenere ben desta l’attenzione per comprendere i discorsi altrui: ha rappresentato il luogo dove anche la circolazione stradale è sovvertita.
A Londra, oltre alla visita ai luoghi più famosi abbiamo ritenuto importante impegnare i ragazzi in una attività socializzante, che li facesse lavorare con una forma artistica in cui il coinvolgimento del linguaggio fosse centrale, nella quale fosse presente la corporeità, e le regole del vivere comune potessero essere sconvolte: il teatro.

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Quando fate uscire il ragazzo dalla scuola, dovete avergli dato la capacità di non stare più legato al corpo con tutte le fibre della sua anima, e di essere diventato indipendente dal corpo in rapporto al pensare, sentire e volere”.

Rudolf Steiner

Beatiful city, beautiful places… this is London!”

Il viaggio di andata

Domenica due febbraio alle ore 15.00, io e miei compagni della classe ottava ci siamo trovati all’aereoporto Marco Polo di Venezia. Eravamo tutti emozionati perchè dovevamo partire per Londra, assieme alle maestre Anna e Bettina. Dopo aver salutato i genitori ci siamo diretti all’imbarco.
Davanti alla guardia abbiamo fatto passare attraverso lo scanner la valigia e tutte gli indumenti che avevamo addosso (anche le scarpe!). Poi siamo passati noi attraverso il metal detector.
L’aereo doveva decollare alle 17.00 ma era in ritardo quindi siamo rimasti in sala d’attesa quasi due ore, sempre più impazienti di sentire l’annuncio del volo che, finalmente, è stato annunciato!
Pioveva forte, una navetta ci ha portato all’aereo e siamo saliti a bordo.
Abbiamo allacciato le cinture di sicurezza, l’hostess ci ha istruito su cosa fare in caso di emergenza; poi l’aereo è partito, ha accelerato forte ed è decollato.
Durante il viaggio la maestra Bettina ci ha dato degli esercizi in inglese (tanto per cambiare!).
A volte c’erano dei vuoti d’aria e il cuore mi batteva forte. Fuori era buio, ma ogni tanto sotto di noi si vedevano le luci di qualche città.
Quando l’aereo è atterrato eravamo molto contenti, qualcuno ha persino applaudito.
Finalmente eravamo a Londra!!!

Carolina

Friends: liti, simpatie, amicizie Waldorf e non solo

La nostra gita comincia sotto la pioggia battente e con l’aereo che ritarda la partenza di un’ora e mezza.
Arrivati in ostello, in piena notte, la maestra comunica i posti letto: ovviamente femmine con femmine e maschi con maschi, perchè nelle gite regnano leggi sessiste.
Così invece di parlare di cantanti e canzoni con le mie amiche, mi trovo a sopportare battaglie di biancheria intima sporca lanciata dai miei compagni.
Il giorno dopo, che io sappia, la situazione è rimasta tranquilla.
I ragazzi della scuola Waldorf di Torino, in gita con noi, restavano separati.
Nella nostra classe si erano formati i soliti gruppetti, anche se non so dirlo con precisione perché anche io sono sempre rimasto con le mie amiche.
Ma nei giorni successivi sono successe molte cose…
Un ragazzo di Torino voleva mettersi assieme con una ragazza della nostra classe, ma quando lei gli ha detto di no, lui ci ha provato con le altre cinque!!! E anche loro gli hanno detto di no!
Ad un altro ragazzo di Torino invece è andata meglio e si è fidanzato con una della nostra classe… e adesso sono felicemente “sposati”.
Un altro ragazzo, sempre di Torino, ci ha provato con un’altra mia compagna, ma lei prima lo ha illuso e poi si è dileguata.
Ma anche le mie compagne non sono state da meno… Attratte da un gruppo di ragazzi gallesi, hanno fatto le… galline (ahahah) e mi hanno usato come spia per seguirle su e giù dalle scale dell’ostello.
Ma non ci sono stati solo amori in questa gita, ora parliamo dei litigi.
Una ragazza della mia classe lasciava la sua biancheria in giro per la stanza e quando una sua compagna le ha detto che non sopportava più il disordine, lei se l’è presa e si è messa a piangere.
Un’altra mia compagna non voleva farsi fotografare ma, mentre era in bagno, le altre hanno aperto la porta e l’hanno fotografata con i pantaloni abbassati, facendola soffrire.am
E questo è ciò che è successo durante la gita.

Giovanni

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L’ostello

A Londra abbiamo alloggiato in un ostello chiamato Baden Powell House. C’era un numero indefinito di stanze e aveva sei piani: aveva l’ascensore, il bar e la sala da colazione.
Ogni stanza era abbastanza spaziosa ed aveva il proprio bagno. Era molto accogliente.
Ah sì, dimenticavo, in ogni stanza c’era anche la TV in inglese!

Fabio

English breakfast

The Full English Breakfast, la colazione all’inglese, è un pasto molto importante, famoso per il suo alto contenuto calorico.
Pane tostato con burro spalmato e marmellata è uno dei piatti di questa ricca colazione.
Gli inglesi differenziano tra marmelade (marmellata di agrumi nella quale trovi anche i pezzi di frutta) e tutte le altre marmellate chiamate jam (di ciliegia, fragola e altra frutta), cioè un impasto di frutta senza i pezzi.
Nell’English Breakfast può anche essere servita della frutta sciroppata, ad esempio io ho mangiato delle buonissime pesche immerse nello sciroppo.
Il cibo è accompagnato da succo di arancia o altre bevande, tè, latte o caffè.
Il caffè non è come quello italiano fatto con la moka: la polvere del caffè viene miscelata con l’acqua che scende, bollente, sopra il filtro. Ne risulta un caffè molto leggero che può essere bevuto in grandi quantità durante tutta la giornata.
Il cibo della colazione che ho trovato “buffo”, insolito, è stato…i fagioli. Strani ma comunque buoni, visto che li ho mangiati tutte le mattine. Decisamente la colazione più buona ed energetica che io abbia mai fatto!!

Giulio

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Dopo il pranzo si spostano i tavoli e le sedie, prepariamo la sala da pranzo dell’ostello per il laboratorio.
Jo, vecchia amica di maestra Bettina e attrice anche lei, parla solo in inglese e in questa lingua si presenta.
Il laboratorio inizia con il riscaldamento del corpo e della voce, recitiamo filastrocche, alcune fatte anche a scuola.
Veniamo divisi in gruppi, io ero in un gruppo con una compagna di Oriago e dei ragazzi di Torino; ci vengono dati dei copioni, uno di noi ha la responsabilità di “dirigere” il gruppo, gli altri sono attori.
Il pezzo che abbiamo messo in scena si chiama “Doctor, doctor” e parla di due dottori che devono curare dei pazienti aiutati da due infermiere che sostengono che i pazienti vadano eliminati.
Jo ci ha dato un tempo limitato per provare il pezzo e poi l’abbiamo messo in scena davanti agli altri partecipanti.
E poi, tavoli a posto, sala predisposta per la cena e per ospitare, il giorno seguente, il laboratorio su Shakespeare.

Stella

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Nel secondo laboratorio, dopo gli esercizi di riscaldamento, abbiamo recitato alcuni brani tratti da “Romeo e Giulietta” e da “Macbeth” di Shakespeare.
Divisi in gruppi, ci siamo spartiti le varie parti del copione e abbiamo avuto modo di recitarle davanti a tutti i compagni, non solo da fermi ma muovendoci e facendo capire chiaramente cosa stavamo dicendo. Essendo l’inglese una lingua differente dall’italiano si riesce a capirlo soprattutto gesticolando.

Alice S

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Greenwich Park

Poco prima del tramonto, la metropolitana ci ha portato a Greenwich.
Dopo una breve passeggiata siamo arrivati a un parco molto grande e molto curato, il suo nome è Greenwich. In questo parco c’è un piccolo sentiero che porta fino alla sommità di una collina. Da lì sopra si può ammirare Londra in tutto il suo splendore…
Sopra la collina c’è l’osservatorio che veniva usato dagli astronomi per guardare le stelle.
La linea del meridiano 0 passa esattamente attraverso l’osservatorio astronomico, ma solo dopo che si è fatto buio abbiamo notato un laser di colore verde che attraversava tutta la città e che partiva proprio alle nostre spalle: uno spettacolo! La linea del meridiano arriverebbe all’infinito se non fosse ostacolata dai grattacieli che a quell’ora erano illuminati e risaltavano alla luce del tramonto.
Il panorama era meraviglioso.
Sempre sulla collina c’era una specie di orologio… E’ fatto così: in basso c’era una grossa sfera nella quale c’è conficcato un palo. Questo, diciamo, “orologio” viene tirato su alla massima altezza a mezzogiorno e, mano a mano che passano le ore, si abbassa e la sfera scende sempre più.
Dopo aver scattato molte foto per non dimenticare questo momento, a malincuore abbiamo fatto ritorno al treno.
Anche se era il primo giorno e avevamo pochi chilometri alle spalle, è stato faticoso ritornare all’ostello cercando di tenere il passo e di far silenzio in metropolitana. Ma, in fondo, non vedevamo l’ora di ritornare al caldo e di mangiare qualcosa.

Emma – Agnese Ce

The Science Museum

The Science Museum è un museo molto interessante, non solo per quello che contiene, ma anche per il modo in cui sono esposti gli oggetti. Ad esempio ci sono aerei ed elicotteri sospesi nel vuoto e vecchie automobili posizionate sugli scaffali.
The Science Museum ha diversi piani e in ogni piano sono raggruppati oggetti dello stesso argomento: al piano terra c’è tutto quello che riguarda la meccanica, lo spazio e l’energia; ci sono le undici macchine che hanno permesso la rivoluzione industriale.
Al primo piano è raccolto tutto quello che riguarda le scoperte scientifiche sulla natura, sugli alimenti, sull’agricoltura; al secondo piano ci sono tutti gli apparecchi elettronici (prototipi di macchine calcolatrici, computer, telefoni, …).
Il terzo piano è dedicato all’aereonautica, è qui che sono appesi gli aerei e gli elicotteri che sovrastano il visitatore appena entrato.
Al quarto piano c’è la storia della medicina e di tutto quello che si riferisce ad essa. Una cosa che mi è rimasta impressa è stata la “messa in scena” delle attività che hanno a che fare con la medicina: lo studio dentistico, la sala operatoria, lo studio dell’oculista, l’ottico. Infine, al quinto e ultimo piano c’è la storia della medicina veterinaria.
Il museo è veramente enorme; io e tre mie amiche, visitandolo, ci siamo perse e ci siamo trovate in sale che neanche pensavamo che esistessero.
Contiene una miriade di oggetti grandi ( locomotive, carrozze, motori di navi, veri aerei) e piccoli (pinzette, matite, siringhe) e strumenti per la simulazione di fenomeni scientifici.

Flavia

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The Tower of London

Mercoledì 5 febbraio, la mia classe era a Londra già da tre giorni, abbiamo fatto qualcosa di speciale.
Jo ci ha portato tutti alla Tower of London, quella vicino al Tower Brigde.
La Tower of London è un complesso costruito nel Medioevo, composto da numerosi edifici fortificati che nel corso del tempo sono stati utilizzati come arsenale, serraglio, zecca, tesoreria reale, fortezza e prigione di stato.
Oggi è soprattutto un’attrazione turistica. Oltre alla Torre Bianca, ultimata durante il regno di Guglielmo il Conquistatore (1066- 1087), e alle dodici torri situate lungo il cammino di ronda, sono visitabili la collezione di armature, il museo dei fucilieri reali, il giardino e i Gioielli della Corona inglese.

La Tower è protetta dai Beefeaters o Yeoman; essi costituiscono il corpo delle guardie d’onore istituito nel XIV secolo per controllare gli ingressi della Torre e per sorvegliare i prigionieri di Sua Maestà durante il regno di Enrico VIII (1509-1547)..
Attualmente ammontano a circa 40 unità (sono selezionati tra i sottoufficiali delle Forze di Sua Maestà che vantano un servizio meritevole di almeno 22 anni), ma compongono una comunità di circa 150 persone, comprese le loro famiglie
Oltre al ruolo di cerimoniale, oggigiorno svolgono il ruolo di guide turistiche, infatti a loro abbiamo chiesto numerosi indicazioni per la nostra caccia al tesoro.
Una delle guardie Yeoman, il Mastro dei Corvi, si prende cura di questi uccelli. Non si sa da quanto tempo i corvi vivano nella Tower, ma la leggenda narra che se essi se ne fossero andati via la monarchia e l’intero regno d’Inghilterra sarebbero crollati. Per evitare una simile catastrofe a un piccolo numero di corvi vengono tarpate le ali.
Infatti, i corvi si riescono ad avvicinare facilmente, sono grandi e maestosi. Una compagna ha provato ad avvicinare l’ombrello a un corvo ed esso ha iniziato a beccarlo!
Entrati alla Tower, siamo stati divisi in sei gruppi, e sguinzagliati per le diverse torri e sopra le mura siamo andati alla ricerca di risposte alle domande che ci erano state poste, tutte di carattere storico!
Molti ragazzi erano scettici anche perchè era iniziato a piovere e c’era un gran vento.
Ma ne è valsa la pena! Soprattutto perchè solo così siamo riusciti a rendermi conto che ci trovavamo in un luogo antico e che stavamo ammirando edifici e gioielli che neanche chi li aveva fabbricati aveva previsto che sarebbero giunti fino a noi.
Queste emozioni e queste riflessioni non le avevamo fatte neanche visitando la National Gallery o the Science Museum.
Certo non sono mancati i momenti divertenti: alla terza tappa ha iniziato a piovere così, per non bagnarsi, Alice ha aperto il suo Kway. Immaginate la sorpresa quando ha scoperto di aver messo in valigia quello del fratellino di tre anni…
Ma nonostante la pioggia, abbiamo avuto la possibilità di imparare molto della storia dell’Inghilterra e di divertirci vagando liberamente per tutti gli edifici che compongono il complesso.
Quando la pioggia ha smesso di battere, la caccia al tesoro era finita.
Nel bar ci siamo riscaldati con un’insipida cioccolata calda come premio… Il vero premio, al di là delle gommose caramelle degli sconfitti e delle rosse cabine telefoniche dei vincitori, è stato quello di avviarci (a piedi visto lo sciopero della metropolitana!) verso un’altra avventura.

Alice F. e Dario

The Globe Theatre

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Dopo la lunga e divertentissima caccia al tesoro alla Tower of London, siamo andati a visitare the Globe Theatre.
Con la guida siamo entrati all’interno del teatro e ci siamo seduti su una delle venti facce.
Costruito nel 1599 sulla riva meridionale del Tamigi, the Globe Theatre fu il teatro di Londra nel quale la compagnia di William Shakespeare recitava.
Il teatro può contenere fino a 3000 persone.
Il prezzo del biglietto d’ingresso era, in età elisabettiana, di 1 penny per i posti in piedi e di 2 penny per i posti a sedere.
La struttura in legno presenta uno spazio aperto al centro che serviva a far entrare la luce naturale, infatti a quel tempo non si faceva uso di torce, gli spettacoli erano fatti solo di giorno.
The stage (il palcoscenico, in italiano) è sovrastato da una tettoia.
Una cosa interessantissima che ci ha detto la guida è che solo gli uomini, al tempo di Shakespeare recitavano; le donne potevano “fare da sfondo” e non aprir bocca.
Noi abbiamo subito pensato a Romeo e Giulietta e ci siamo messi a ridere…!
Poichè fino al 1660 alle donne era vietato comparire in scena, i costumi erano esclusivamente maschili e, soprattutto, costosi. Questo era uno dei motivi per i quali il palcoscenico veniva coperto in caso di pioggia.
Sopra il palcoscenico si trova il “secondo palco” dove i più ricchi di sedevano, solo per farsi notare, visto che da lì non si vede lo spettacolo!
Il bagno non c’era e gli spettacoli duravano due o tre ore…pensate un po’ voi…
Tutte le strutture del palcoscenico sembrano di marmo, invece sono di legno decorato, decorato talmente bene che le due colonne, che sorreggono la tettoia, sembrano di “verissimo” marmo.
L’edificio che possiamo vedere non è quello originario: purtroppo è una ricostruzione perchè nel 1613 il teatro fu completamente distrutto da un incendio. Nel 1614 venne ricostruito per poi essere demolito nel 1644.
Tuttora il Globe viene utilizzato per spettacoli.
Ma quello che vediamo oggi è una ricostruzione edificata nel 1999 nel luogo originario, riproponendo fedelmente il teatro di William Shakespeare.
Finite le spiegazioni, ci siamo “fiondati” al museo del teatro. E’ stato bello vedere tutti quei costumi di scena adorni di perle, merletti, madreperla, e scoprire gli effetti speciali usati a quel tempo, per esempio il sangue d’agnello al posto del sangue umano e il segreto per fare i fuochi d’artificio.

Agnese Ca. e Giorgia

londra-7The musical Wicked

Durante la nostra meravigliosa gita a Londra, siamo andati all’Apollo Victoria Theatre a vedere il musical Wicked che è una reinterpretazione de “Il mago di Oz”.
Il musical inizia con il racconto di Glinda, la strega buona, che narra cosa è successo prima della storia de “Il Mago di Oz”. Lo può fare perché ella conosceva personalmente Elphaba, la strega malvagia, era una sua cara amica.
Elphaba era la figlia primigenita del governatore dell’Est, era nata verde a causa del filtro verde usato del mago di Oz per tenere accanto a sé sua madre, cioè la moglie del governatore .
Glinda racconta della vita al college, quando nessuno accettava Elphaba a causa del colore della sua pelle. Solo la preside Morrible si accorse, un giorno, delle sue qualità magiche.
Glinda ed Elphy divennero compagne di stanza e tra loro, col tempo, si instaurò un ottimo rapporto.
Glinda conobbe il principe Fiyero. Glinda accettò la corte del principe e rifiutò quella di Boq, che rivolse le sue attenzioni alla sorella paraplegica di Elphy.
Poi succede che viene proibito agli animali di insegnare la magia, proprio durante la lezione del professor Dillamond, un prof con la testa da capra. Il tenero prof Dillamond viene rapito ed Elphy sfoga la propria rabbia con innumerevoli incantesimi.
Il principe Fiyero la vede e se ne innamora, anche se per evitare di far soffrire Glinda non si dichiara.
Elphaba viene notata anche dal Mago di Oz che la chiama per sfruttare le sue doti; Elpha però capisce le sue intenzioni e scappa, portando con sé il libro degli incantesimi. E’ da allora che viene soprannominata “crudele”.
Passano gli anni, Fiyero è diventato il capo delle guardie ed è ancora il fidanzato di Glinda.
Oz incontra Elphaba e Glinda e Fiyero si trovano a passare di là. Fiyero decide di prendere Elphaba e di scappare assieme in una foresta: là dichiara a Elphy il suo amore.
Ma Elphy sente che sua sorella è in pericolo: la casa è crollata, la bimba Doroty è tratta in salvo da Glinda, ma le due streghe incominciano a litigare e non si accorgono dell’arrivo delle guardie.
Fiyero riesce a far scappare Elphaba che rapisce Doroty, ma viene catturato e arrestato.
Giunta al castello di Kiamoko, Elphaba compie un incantesimo per proteggere il suo amato principe , promettendosi però di non fare mai più un buon gesto.
Gli abitanti di Oz assediano il castello, Doroty -la bimba buona- getta un catino d’acqua addosso alla strega che si scioglie.
Tutti festeggiano la morte di Elphy, solo Glinda la piange; Fiyero viene trasformato in spaventapasseri, Elphy (lo spirito di Elphy) lo raggiunge e ora potranno vivere assieme ma sempre nascondendosi a Glinda.
Vedere un simile spettacolo è stata un’esperienza molto intensa, carica di suoni e di colori.
Il musical era molto interessante e facilmente comprensibile, aveva molti effetti speciali, le scenografie erano bellissime e la voce degli attori perfetta, erano davvero bravi sia a cantare e a recitare sia a ballare.

Aurora e Paula

The underground

Se ci si vuole muovere velocemente per Londra, uno dei mezzi più comodi è la metropolitana che, con un tracciato di 402 chilometri, è la seconda metropolitana al mondo per impostanza. Infatti può portare in qualsiasi angolo della città.
Ovviamente non è l’unico mezzo di trasporto: c’è anche una fittissima rete di linee automobilistiche e una organizzata rete tramviaria.
I trasporti a Londra sono diventati delle vere e proprie icone, come le rosse cabine telefoniche, anche i bus a due piani sono riprodotti ovunque.
Persino le mappe della underground stampate sulle magliette sono diventate gadget e souvenir.

Ivan

Parchi, parchi, parchi

Quando ci è stato chiesto di scrivere un articolo sui parchi londinesi, frutto del recente viaggio nella capitale britannica, abbiamo accolto la richiesta con estremo piacere.
I parchi di Londra ci hanno affascinato molto. La conferma della loro vastità e bellezza l’abbiamo avuta alla vista di Hyde Park.
Hyde Park è un parco grandissimo che sprigiona libertà e tranquillità. Un immenso polmone verde nel cuore della città: delimitato da Westminster e Buckinlondra-9gam Palace e le residenze reali, diviso da Kensington Garden da due specchi d’acqua chiamati The Serpentine e Long Water. Ad attraversarli vi è il Serpentine Bridge, un delizioso vecchio ponte che permette la passeggiata lungo il parco reale.
Continuando l’esplorazione del parco, si giunge di fronte alla statua di Enrico VIII. Fu egli, il sovrano scomunicato da Roma, ad acquistare dai monaci di Westminster Habbey, nel 1536, questo meraviglioso appezzamento di terra e adibirlo a riserva di caccia.
Solamente nel 1600 divenne un parco pubblico invaso dalle carrozze dei nobili.
Anche ora che ha perso il fascino dell’antico passeggio della nobiltà, presente in tanti romanzi inglesi, la sensazione di trovarsi immersi in un’oasi di pace e di benessere si ha fin dall’entrata.
Ci si lascia alle spalle quelli che sono i rumori e le attenzioni di una grande capitale, qual è Londra, e si entra in una dimensione diversa.
Quegli alberi secolari, spogli ora in inverno, si diramano fino ad intrecciarsi e a formare una “calotta”.
La straordinaria e coraggiosa comparsa degli scoiattoli a noi, che non siamo abituati ad avere incontri così ravvicinati con questi roditori, è sembrato un evento sorprendente e strano. Tutto il tempo passato ad Hyde Park è stato speso nel cercare di avvicinaci agli scoiattoli, dando loro biscotti o avanzi di cibo. Gli inglesi che passavano davanti a noi non badavano agli scoiattoli perchè per loro vederli è più che normale…si limitavano a portare i loro cani a correre nell’immenso parco.
Tutto questo rende Hyde Park un vero e proprio rifugio godibile sia per i londinesi, sia per i turisti che desiderano prendersi una pausa dalle mille sollecitazioni che la città offre.
Londra diventa una città spettacolare, carica di suggestioni anche per questi spazi senza tempo che convivono in perfetta armonia con le gallerie d’arte contemporanea e i monumenti medioevali.
Un altro grande parco di cui abbiamo visto solo le aiuole è stato Buckingam Palace: c’erano i giardinieri che toglievano le erbacce una a una e tagliavano l’erba con le forbici.
L’ultimo grande polmone verde nel quale siamo stati è Greenwich Park. Questo parco è enorme, verde e ben tenuto. In generale, tutti i parchi sono ben curati, verdi, colorati dai tanti fiori disposti nelle aiuole.

Francesca e Ginevra

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