Pane e pedagogia
Pane e pedagogia
Lo scopo della pedagogia Waldorf mira fondamentalmente ad uno sviluppo salutare ed equilibrato del bambino,vedendo in esso il suo divenire, l’uomo che domani sarà.
Se il bambino può crescere e vivere la sua infanzia e fanciullezza in un ambiente che gli garantisce stimoli ed esperienze a lui adatte, non solo potrà vivere più in là in modo armonioso, contando sulla centralità del suo essere, ma potrà anche portare il suo responsabile e positivo contributo nella sfera sociale.
Il nostro piano di studi, infatti, ha come fondamento il tema dei valori umani.
Qual è la prima cosa che conduce ad uno sviluppo salutare ed equilibrato? L’attenzione che gli adulti mettono nel far condurre ai bambini una vita semplice e serenamente ritmata, contrariamente a quanto di regola ci spinge a fare la nostra caotica epoca.
Nelle nostre scuole il ritmo giornaliero e settimanale si basa sulla cadenza ritmica dell’alternarsi delle varie attività didattiche, vissute dal bambino attraverso dei processi sani, a lui adatti, concreti, ovvero legati alla realtà del fare e non subendo concetti asfittici slegati dall’esperienza.
Gli insegnamenti astratti provocano il prosciugamento delle tante forze di volontà presenti nell’infanzia e, tali forze, se ben utilizzate, si trasformeranno in ciò che gli servirà come bagaglio per il suo futuro.
Quante volte ci capita di vedere bambini pallidi, disinteressati, privi di quella che dovrebbe essere una loro connaturata energica fantasia o, in altri tanti casi, troppo agitati, nervosi, perché lasciati fermi e disarmati davanti alla tv e simili?
Il bambino, l’uomo, per “essere” ha bisogno di sperimentare:l’esperienza, l’imparare a fare, gli dà fiducia in se stesso.
Ecco perché i processi d’apprendimento nelle nostre scuole si realizzano attraverso il fare concreto, perché questi accrescono il senso della vita, grande e prezioso dono che l’essere riceve venendo al mondo e grazie al quale può evolvere.
Il senso della vita è dato, nell’infanzia dal fare cose che abbiano senso, dall’assistere al partecipare ai processi naturali, dalla cura di sé e dell’ambiente, con la mamma o con l’educatore fare il pane, coltivare, cucinare, riordinare.
Cose semplici e concrete, che danno senso alla vita.
I bambini della seconda classe (fin dall’anno scorso, ma ancora prima all’asilo), ogni martedì preparano il pane che mangiano come merenda il giovedì e il venerdì. Ne preparano sempre in più, così lo possono donare anche ad un’altra classe e a qualche assaggiatore che, guarda caso, si trova sempre.
Ogni martedì alle 11, la maestra dà a ciascun bambino una giusta quantità di farina, una spolverata di sale e aggiunge poi l’acqua e il lievito.
Attraverso l’attivazione della volontà, ogni alunno comincia ad impastare cantando “La canzone del fornaio”.
Durante l’impasto la maestra propone la ripetizione delle “tabelline”, che gli alunni accolgono sempre con entusiasmo.
Ogni bambino arriva poi sempre a formare la sua bella pagnottina, la quale viene poi unita a quella degli altri, formando così delle belle e grandi pagnotte. Il fatto che il bambino abbia davanti a sé, dapprima, tutti gli ingredienti separati e che poi con le sue stesse mani si trasformino in quello che diventa il suo panino, lo fa sentire bene: sicuro.
L’impasto resterà a lievitare nella cucina della scuola per tutta la notte.
Il mattino seguente sarà l’ora dell’infornata: a questo ci pensa la nostra esperta cuoca Lucia e, appena pronto e ancora caldo, il signor Roberto ce lo porta in classe.
Ogni mercoledì, in seconda classe, il senso di meraviglia dei bambini e della maestra viene ridestato.
I nostri occhi e il nostro olfatto (per non parlare poi del nostro gusto), vengono gioiosamente sollecitati e, tra gli “Oh, che bello!” e gli “Ah, chissà come sarà buono!”, il nostro senso della vita viene appagato e attende il martedì venturo per rinsaldarsi nuovamente. In realtà ci ricordiamo di onorarlo ogni giorno, anche imparando, nel “giusto modo”, a scrivere, a leggere e a far di conto, dipingendo e con tanto, tanto altro ancora.